Valutazione della società in tempi di virus

07.06.2020
Author wevalue AG

Note sulla valutazione delle società nella e dopo la crisi di Corona

Le crisi e le valutazioni aziendali hanno una cosa in comune: la fine è decisiva! L’articolo che segue fornisce indicazioni sulle valutazioni aziendali in occasione e dopo la crisi di Corona.

Occasioni di valutazione e metodi di valutazione

“Il est urgent d’attendre” – così Talleyrand, e si aspetterebbe volentieri tempi più tranquilli con le valutazioni aziendali di per sé incerte. Ma anche nell’attuale crisi, le società devono essere valutate, sia nell’ambito di operazioni vincolate nel tempo (squeeze-out), che in procedimenti pendenti (divorzio, eredità, indennità di fine rapporto) o a fini contabili e fiscali (impairment). Ci sono anche vendite in sofferenza e acquisti di opportunità che richiedono considerazioni di valutazione. Ci sono quindi anche occasioni di valutazione durante e soprattutto dopo la crisi.

L’attuale oscura prospettiva non cambia il fatto che solo un valore reddituale futuro è un valore d’impresa appropriato. I metodi DCF continueranno quindi – con alcuni aggiustamenti – ad essere la migliore pratica.

A causa del suo orientamento passato, il metodo pratico appartiene già metodologicamente al gruppo a rischio e probabilmente cadrà vittima del virus: La teoria ha a lungo criticato il fatto che il passato non è necessariamente un riferimento adeguato per il futuro. Anche nella pratica, anche in questo momento, rimane molto poco di quello che è stato.

Pianificazione: Rastrello, EBITBC e EBITAC

Il virus è un test di stress per qualsiasi modello di business e di pianificazione. Qualsiasi piano fatto prima di Corona difficilmente sarà di grande utilità. Ma cosa succede dopo? Le più diffuse sono le ipotesi di scorciatoie su ciò che accade dopo: la valle “U”, la tacca a “V” o il crollo a “L”. La maggior parte delle aziende vede attualmente un “rastrello”, o una rapida flessione, e spera in una rapida ripresa. Se questo può portare a livelli pre-crisi dipende – come per i pazienti infetti – dalla costituzione: margini, riserve, liquidità. In un confronto temporale, vedremo chiaramente la cesura, l’EBITBC sarà diverso dall’EBITAC (EBIT prima/dopo Corona).

Le ipotesi su cui si basa la pianificazione devono quindi essere riviste in modo critico: Il modello di business è ancora adeguato, quali sono le vendite e gli utili o i flussi di cassa attesi a medio e lungo termine, può e deve essere effettuato l’investimento previsto, il capitale circolante netto deve avere un buffer, le rettifiche di valore sono sufficienti e, soprattutto, qual è la situazione della liquidità necessaria per la gestione? La quarantena e l’allontanamento sociale hanno dimostrato chiaramente quanto il funzionamento di un’azienda sia fortemente legato alla persona.

Il periodo di pianificazione dettagliata termina quando l’azienda ha raggiunto il suo “stato stazionario”. Attualmente, in molti casi ci vorranno probabilmente più dei tre-cinque anni normalmente previsti. Si consigliano periodi di pianificazione dettagliata fino a dieci anni o più. I programmi di sostegno a breve termine non dovrebbero portare a una valutazione positiva se non esiste un potere di guadagno sostenibile.

Leggi l’articolo completo di EXPERT FOCUS 6-7|2020 qui (in tedesco).

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