Due diligence finanziaria
Due diligence richiesta tra la revisione e la valutazione dell’attività
La dovuta diligenza paga
La due diligence paga – almeno per l’acquirente: studi empirici dimostrano che il prezzo d’acquisto viene ridotto nel 67,4% dei casi dopo la due diligence e aumentato solo del 5,3%. Nella pratica, e soprattutto nell’ambiente delle PMI, ciò che deve essere indagato esattamente è raramente separato in modo strettamente funzionale, vale a dire differenziato in ambito finanziario, giuridico, fiscale e in altre sottoaree. In generale, l’obiettivo è quello di minimizzare i rischi dell’acquirente. La due diligence valuta questi rischi e non la società in quanto tale, ma ci sono delle interdipendenze.
Che si tratti di questioni commerciali, fiscali o contabili, le circostanze finanziarie sono sempre la loro cassa di risonanza. La due diligence finanziaria è quindi una componente di quasi tutte le transazioni.
La due diligence finanziaria è tanto varia quanto lo sono queste transazioni. Anche se avrà senso iniziare solo dopo un accordo di riservatezza o una lettera d’intenti (LoI), dipende dal singolo caso se le indagini hanno luogo prima o dopo una valutazione della società o eventualmente solo dopo un’offerta di prezzo d’acquisto. In una fase iniziale, la due diligence finanziaria può ancora servire al processo decisionale; in seguito e prima della valutazione dell’azienda, può raccogliere i dati necessari. A volte i prezzi d’acquisto sono fissati senza valutazioni, nel qual caso una due diligence finanziaria può al massimo garantire il prezzo.
Leggi qui l’articolo completo di EXPERT FOCUS 11|2020 (in tedesco).